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Mi è capitato di sentire (o leggere) affermazioni molto dubbie sul malto di cereali (che sia di riso, di orzo, ecc).

Leggo:  il malto di orzo (come quello di riso) ha un potere dolcificante  inferiore a quello dello zucchero. E’ vero, il malto è costituto per il 50% da maltosio (due molecole di glucosio). Mentre lo zucchero è saccarosio, ovvero una molecola di glucosio ed una di fruttosio. Quindi, è vero, non essendoci nel malto il fruttosio (che ha un potere dolcificante maggiore del glucosio), risulterà meno dolce.

Altra affermazione “Il malto ha un basso apporto calorico e può essere consumato da persone diabetiche“. Qui si fa disinformazione. L’apporto calorico dipende dai macronutrienti e dalle quantità che si utilizzano. Dunque, porla in maniera avulsa dal contesto non ha un grande senso. Ma le calorie non hanno comunque nulla a che vedere con l’impatto sulla glicemia.

Affermare che il malto di cereali non crei picchi glicemici è veramente inesatto.

Ed è oltretutto poco serio nei confronti di chi ha necessità, per questione di salute, di tenere sotto controllo la glicemia!

L’indice glicemico del malto è MOLTO ALTO (quasi come quello del glucosio), quindi sarebbe bene usarlo con MOLTA parsimonia (il che vuol dire ogni tanto!)  e sempre unito ad una componente grassa. Quindi mai da solo o, peggio, spalmato su una fetta di pane.. oppure unito ad una crema di riso (visto che un cereale stracotto ha alto indice glicemico, specie il riso che ha un contenito maggiore di amilopectine).

Sulla questione malto c’è purtroppo tanta… troppa confusione… Specialmente da parte di molti macrobiotici…

Il malto, abbiamo detto, è  composto da maltosio (due molecole di glucosio), che è uno zucchero semplice avente un indice glicemico più ALTO del saccarosio (una molecola di glucosio e una di fruttosio), il componente dello zucchero bianco.

Il maltosio fa alzare la glicemia più velocemente del saccarosio. Ma andando a guardare il carico glicemico (ovvero ragionando anche sul contenuto di zuccheri), alla fine l’impatto glicemico tra malto e zucchero è piuttosto simile. Ciò vuol dire che il malto potrebbe avere un carico glicemico leggermente inferiore al saccarosio, ma comunque molto alto.

I picchi glicemici sono piuttosto sconvenienti in quanto, oltre a favorire l’aumento di produzione di colesterolo endogeno, attivano il pathway di mTOR che favorisce la proliferazione cellulare e l’invecchiamento.

Il malto è costituito da zuccheri liberi, quelli da cui l’OMS ci mette in guardia. Dunque, il suo uso dovrebbe essere molto parsimonioso.

Oltretutto, essendo il malto meno dolce, il rischio è che se ne usi in quantità maggiori. Ragion per cui bisognerebbe essere molto cauti.

Quello che è necessario fare è abituarsi a sapori meno dolci.

Già perché oggi siamo schiavi del sapore dolce e siamo andati bel oltre questo sapore. Talmente tanto che talvolta anche il dolce stucchevole per molti è poco dolce.
Per questo dobbiamo dire grazie all’industria che ci ha drogati per portare avanti i suoi interessi a discapito della nostra salute.

Ma possiamo fare una scelta consapevole.
Tornare al concetto di un dolce equilibrato. Che era quello della frutta, ma con parsimonia.

Ma ripeto. È una scelta. Non tutti sono disposti a diventare liberi e assumersi la responsabilità della propria salute.
Per fare questo è necessario focalizzarsi sull’obiettivo. E la motivazione: l’amore per noi stessi.

Qui c’è anche la differenza tra malto e sciroppo di cereali.


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