Altro grido di terrore è quello sulla caseina… pare che se la mangi “muori” e fai morire pure gli altri.
Come al solito non si può estrapolare un composto da un cibo e demonizzarlo tout court (come fa chi vi vuole far andare in psichiatria).
Intanto le caseine sono proteine del latte. Rappresentano circa l’80% della frazione proteica del latte (circa il 20% è rappresentato dalle siero proteine).
Tra le caseine abbiamo: α-caseina (circa 50%), β-caseina (circa 30%); κ-caseina (15%) e γ caseina (5%).
A sua volta, la β-caseina si distingue in β-caseina di tipo A1 e β-caseina di tipo A2.
Le proteine β-caseina di tipo A1 e di tipo A2 differiscono solo per un singolo amminoacido in posizione 67 nella loro struttura primaria: la A1-β-caseina contiene istidina, mentre la A2-β-caseina contiene prolina in tale posizione [1].
Questa sostituzione amminoacidica è associata alla formazione di diversi prodotti di degradazione, come i peptidi beta-casomorfina (BCM). Tra i BCM, la β-casomorfina-7 (BCM-7), composta da sette amminoacidi, è stata ampiamente studiata, poiché il consumo di latte contenente questo peptide è stato associato a effetti negativi sulla salute [1].
In particolare, la digestione enzimatica della A1-β-caseina porta a concentrazioni significativamente più elevate di BCM-7 [2, 3].
I possibili effetti del BCM-7 sulla salute sono un tema sempre più popolare grazie alle prove trovate in diversi studi sulla modulazione delle risposte proinfiammatorie gastrointestinali che possono scatenare sintomi digestivi, come il disagio addominale [3].
Con l’avanzamento degli studi, è stata formulata l’ipotesi che vi sia una correlazione tra i possibili effetti del BCM-7 e l’asse microbiota-intestino-cervello. Tuttavia, alcuni studi hanno suggerito la possibilità che questi effetti avversi siano limitati a una porzione della popolazione, e l’argomento è controverso a causa del numero limitato di studi in vivo, che rende difficile ottenere risultati più conclusivi [2].
Inoltre, non è ancora stata stabilita una soglia di esposizione al BCM-7 per chiarire il potenziale di questo peptide di innescare risposte fisiologiche a livello gastrointestinale e sistemico [2].
Studi su modelli murini (di roditori) collegano il consumo di A1 all’attivazione di una risposta infiammatoria e a un’espressione aumentata del Toll-like Receptor rispetto sia ad A2 che a controlli non lattiero-caseari. Nell’uomo, vi sono prove da un numero limitato di studi che il consumo di A1 è anche associato a un ritardo del transito intestinale (1 studio clinico) e a una consistenza fecale più liquida (2 studi clinici). Inoltre, il disagio digestivo è correlato ai marcatori infiammatori nell’uomo per A1 ma non per A2. Sono necessarie ulteriori ricerche sull’uomo per indagare gli effetti della funzione digestiva di A1 rispetto ad A2 in diverse popolazioni e contesti alimentari [3].
Il consumo di latte contenente il tipo A2 è associato a effetti benefici e una digestione migliore [1, 4, 5].
In conclusione, possiamo preferire prodotti caseari con latte di capra, pecora, bufala (che contengono A2-β-caseina).
Nel mentre, mangiare ogni tanto un po’ di formaggio vaccino (che contiene anche A1-β-caseina), biologico, con latte fieno non conduce a esiti fatali, come vi vorrebbero far credere.
[1] PMID: 36555278
[2] PMID: 37685085
[3] PMID: 28916574
[4] PMID: 33693747
[5] PMID: 38274187
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