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Il bicarbonato di sodio (NaHCO3) è il sale sodico dell’acido carbonico. Si tratta di un sale ternario (ce lo rivela la desinenza -ato) che deriva dall’ossiacido acido carbonico (H2CO3), dove l’idrogeno (H) è stato sostituito con un elemento metallico (in questo caso il Sodio Na).

Gli ossiacidi sono a loro volta composti ternari che si ottengono dalla reazione di un ossido acido (anidride) con acqua. In questo caso, anidride carbonica (CO2) con H2O.

Quindi avremo

CO2 + H2O → H2CO3 (acido carbonico)

Sostituendo un atomo di idrogeno (H) dell’acido con un elemento metallico (nel nostro caso il sodio, Na) otterremo NaHCO3, ovvero il bicarbonato di sodio.

Il bicarbonato di sodio lo possiamo trovare in natura. In Italia Esiste viene estratto principalmente dalle cave della zona di Rosignano, in Toscana.

Ci sono vari utilizzi del bicarbonato, per esempio, a scopo alimentare per la lievitazione di dolci. E’ chiaro che in ogni caso, sceglieremo quello puro o purissimo (che troviamo nei negozi di alimenti biologici), naturalmente presente in natura, secondo una reazione che avviene  tra acqua, carbonato di sodio e anidride carbonica:

H2O + Na2CO3 + CO2 → 2 NaHCO3

Troviamo in commercio anche quello ottenuto con il metodo Solvay, nel quale si fa passare ammoniaca (NH3, un composto  irritante e tossico)  ed anidride carbonica (CO2) in una soluzione di cloruro di sodio, NaCl (quello che comunemente viene venduto come sale da cucina, ovvero sale raffinato), producendo cloruro di ammonio (ovvero il sale di ammonio dell’acido cloridrico  NH4Cl) e bicarbonato di sodio (NaHCO3):

H2O + NaCl + NH3 + CO2 → NH4Cl + NaHCO3

Questo tipo di bicarbonato viene prodotto a livello industriale (quello che generalmente troviamo nei supermercati). In Italia la produzione avviene sempre a Rosignano, ma nello stabilimento Solvay, esattamente là dove ci sono le famose spiagge bianche, che qualcuno apprezza senza sapere che in realtà si tratta di scarti industriali, con evidenti impatti ambientali, come ci segnala anche l’Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Toscana, nella sua pubblicazione. Tra i metalli pesanti scaricati in mare troviamo arsenico, cadmio, piombo, ecc. Insomma, tutt’altro che le Maldive…

Sta a noi scegliere in maniera consapevole.


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