Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali (corteccia surrenale), situate sopra i reni.
È noto anche come “ormone dello stress“: infatti, la sua produzione aumenta in risposta a situazioni stressanti, che siano fisiche o psicologiche.
Una condizione di stress è anche l’ipoglicemia, situazioni di ansia… il cortisolo è implicato anche nelle infezioni e nelle relazioni con il sistema immunitario.
E’ compito del cortisolo ripristinare l’omeostasi (equilibrio). Se siamo in ipoglicemia infatti il cortisolo agisce sul fegato per il rilascio di glucosio, dalle riserve sotto forma di glicogeno o tramite la produzione di glucosio de novo a partire da composti non saccaridici come ad esempio alcuni aminoacidi (mattoncini delle proteine).
Il cortisolo è l’ormone che ci fa svegliare al mattino e che ci tiene svegli la sera se siamo super attivati o in carenza di carboidrati.
Quindi, come del resto tutto nel nostro corpo, ha un suo perché.
Il problema è quando è troppo… protratto nel tempo
In tal caso, favorisce il catabolismo muscolare: in parole semplici preleva le proteine dai muscoli, riducendo la massa muscolare.
E’ un ormone iperglicemizzante. Per cui, se protratto nel tempo, può portare a innalzamento dell’emoglobina glicata (la media della glicemia negli ultimi 3 mesi) e aumento delle LDL (visto che la sintesi endogena del colesterolo è stimolata dall’insulina).
Può far aumentare il Paratormone, l’ormone che preleva il calcio dalle ossa. Favorendo osteoporosi.
Livelli elevati di cortisolo sono associati ad alterazioni nella composizione del microbiota intestinale e aumento della permeabilità intestinale, che possono portare a infiammazione e contribuire a disfunzioni cerebrali e a vari disturbi del Sistema Nervoso Centrale.
Livelli alti di cortisolo possono essere correlati a disturbi del sonno.
Quindi, attenzione agli stressor… spesso auto-prodotti, come ansia e ossessione.
Lo stress può avere effetto a livello gastro intestinale
Il cortisolo interviene nella risposta “Lotta o Fuggi”. E’ quello che ha permesso la sopravvivenza anche ai nostri antenati quando dovevano, ad esempio, fuggire da un pericolo come un predatore.
Quando si deve fuggire non c’è tempo per andare in bagno. Ecco che lo stress protratto può portare a stitichezza (ma anche perché, come visto, altera la composizione del microbiota).
In caso di pericolo, il nostro sangue viene ridistribuito, favorendo organi e muscoli coinvolti nella reazione. Vi è diminuzione dell’apporto di sangue nel tratto digerente, per risparmiare il sangue nei sistemi che non sono immediatamente necessari. La digesione si ferma o viene rallentata considerevolmente, la bocca diventa secca.
L’ansia, come pericolo percepito, blocca il respiro. E questo può favorire reflusso gastro esofageo.
Torniamo quindi a respirare. A vivere nel presente.
La maggior parte delle persone non vive il presente.
- Tendiamo a preoccuparci troppo per il futuro, arrivando talvolta ad immaginare scenari catastrofici. E questo può essere fonte di ansia.
- Oppure si tende a rimuginare in continuazione sul passato. Restare intrappolati nel passato può condurci più facilmente verso la depressione.
Oggi si tende a rimuginare e a giudicare in continuazione qualsiasi cosa: noi stessi, gli altri, il mondo, il passato, il presente e il futuro.
Torniamo al qui e ora. Può aiutarci la mindfulness.
Mindfulness significa essere consapevoli e pienamente presenti in ciò che sta accadendo in questo momento, nell’istante che stiamo vivendo. ORA.
Portare consapevolezza al momento.
E’ la pratica del prestare attenzione.
Il nome inglese mindfulness deriva infatti dalla parola Sati, termine in lingua Pali che possiamo tradurre come “consapevolezza” o “attenzione presente e attiva”.
Respiriamo e lasciamo andare… anche le persone negative…
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