Vi anticipo un estratto del libro che sto scrivendo, in cui cerco di approfondire le tematiche relative alla scelta del nostro cibo, degli ingredienti e come liberarci dalle dipendenze a cui ci ha portato l’industria. Principalmente quella dello zucchero.

Spesso si cercano alternative. Ma non è propriamente la via.

Vediamo l’Eritritolo. E’ un POLIOLO.
I polioli sono zuccheri che si trovano naturalmente in alcuni frutti, verdure e funghi e sono stati autorizzati come dolcificanti. Parliamo di eritritolo (E-968), maltitolo (E-965), sorbitolo (E-420) e xilitolo (E-967).

Una review [1] ha osservato che possono modificare il microbiota.

Sostanzialmente, queste sostanze hanno un effetto osmotico, ovvero richiamano acqua a livello intestinale. Non è un caso che possono causare diarrea (osmotica).

Consideriamo anche che i polioli sono inclusi nella categoria dei cosiddetti “FODMAP” (fermentable oligo-, di- and monosaccharides, and polyols), la cui limitazione potrebbe migliorare la sintomatologia dei pazienti con IBS (Sindrome dell’Intestino Irritabile).

Tra questi, l’eritritolo è completamente non fermentabile dal microbiota intestinale umano. Viene assorbito molto lentamente attraverso l’intestino tenue e circa il 90% viene escreto immutato attraverso le urine. Pertanto, la quantità che raggiunge il colon e che potrebbe potenzialmente influenzare il microbiota intestinale è molto limitata.

In ogni caso, in soggetti sensibili o se assunto in dosi eccessive, può causare diarrea. Può essere inopportuno in soggetti affetti da IBS.

Uno studio della Cleveland Clinic americana, pubblicato su Nature Medicine [2], ha esaminato dati relativi a oltre 4.000 persone tra Usa ed Europa, riscontrando che “quelle con livelli più elevati di eritritolo nel sangue mostravano un rischio alto di gravi eventi cardiaci avversi come infarto, ictus o morte”.

Lo studio ha osservato che questo dolcificante può favorire l’attivazione delle piastrine che dare origine a coaguli.
Si tratta comunque di uno studio osservazionale che identifica una correlazione che non è una conferma di causalità. Per cui, sono necessari ulteriori studi epidemiologici.

La raccomandazione è comunque quella di limitare l’utilizzo di “alternative” allo zucchero, cercando di abituarsi gradualmente a sapori meno dolci.

Cercare alternative allo zucchero non risolve il problema.
Il percorso da intraprendere è quello di scioglie la dipendenza dallo zucchero.

Cercando alternative il rischio potrebbe essere, per l’appunto, quello di sostituire grandi quantità di zucchero con grandi quantitativi di “sostituti”, senza in realtà raggiungere piena libertà dal sapore dolce.

Silvia Petruzzeli ©

[1] Emanuele Rinninella et al. Food Additives, Gut Microbiota, and Irritable Bowel Syndrome: A Hidden Track. Int J Environ Res Public Health. 2020 Nov 27;17(23):8816

[2] Marco Witkowski et al. The artificial sweetener erythritol and cardiovascular event risk. Nat Med. 2023 Feb 27.


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