C’è rischio di ipercalcemia?

In realtà quella che dosiamo con le analisi del sangue non è la forma attiva della vitamina D (non è il calcitriolo), ma la 25(OH)D, ovvero la forma idrossilata dal fegato. È il calcidiolo (o calcifediolo).

Questa forma non è ancora un ormone. Verrà poi attivata dal paratormone (PTH) quando i livelli di calcio nel sangue sono bassi.

È difficile avere livelli alti di questo pre ormone, a meno che non si esageri con l’integrazione. In realtà è più facile riscontrare carenza di vitamina D. E questo non è molto raccomandabile.

Il paradosso in realtà è che i livelli di calcio nel sangue (calcemia) aumentano proprio quando la vitamina D è bassa.

Infatti, se i valori ematici di vitamina D sono bassi (ma anche se il magnesio non è sufficiente), il nostro organismo non riesce ad assorbire in maniera efficace il calcio, per cui i livelli di calcio nel sangue saranno bassi.

Sappiamo che la calcemia è finemente regolata da ormoni quali il PTH e la calcitonina. Quindi, se il calcio ematico si riduce, viene rilasciato il PTH che preleva il calcio dalle ossa e lo trasferisce al sangue.

Ecco che livelli alti di paratormone (spesso per valori ematici di vitamina D < 31 ng/m) possono favorire osteoporosi, oltre ad favorire il deposito di calcio a livello delle arterie (aumentando il rischio di formazione di placche e quindi il rischio cardiovascolare).
E ci può essere anche rischio di calcoli renali.

I livelli di calcio nel sangue devono essere mantenuti in un determinato range dal nostro organismo (omeostasi del calcio).

Il calcio è un minerale importante anche per la contrazione muscolare. Il cuore è un muscolo. E il nostro corpo deve salvaguardare l’imperatore.
Se il cuore smettesse di battere, sarebbe un problema. Non credete?

Ma anche troppo calcio nel sangue sarebbe un problema. Ecco che, se i livelli di calcio nel sangue aumentano, interviene la calcitonina per trasferire il calcio dal sangue alle ossa.

Utile la vitamina K2 (isoforma MK-7) che previene calcificazioni a livello delle arterie e favorisce la deposizione di calcio nelle ossa andando ad attivare, rispettivamente, le proteine MGP e l’osteocalcina. Senza K2, il calcio può finire nei posti sbagliati.

Bene valutare l’integrazione di K2 in base alla condizione del soggetto (presenza di placche, paratormone alto, osteoporosi). Questo lo farà il professionista sanitario (come ad esempio il biologo nutrizionista), suggerendo un integratore di vitamina K2 separato dalla vitamina D3.

Ricordiamo che l’integrazione di vitamina D3 dovrebbe essere giornaliera. Dosi mensili, ecc, sono inefficaci.


TI VA DI AIUTARMI A SOSTENERE QUESTO SITO?
Se acquisti ingredienti o libri o altro sul sito Macrolibrarsi, puoi inserie il codice partner 5496 (fase 4 del carrello), ricambiando la condivisione delle informazioni divulgate sul sito. In questo modo, puoi aiutarmi a sostenere le spese del blog.
GRAZIE!


HAI BISOGNO DI UNA CONSULENZA NUTRIZIONALE PERSONALIZZATA?
Puoi richiederla a questo link .