L’essere umano, come tutti gli animali, ha da sempre saputo cosa mangiare. Eppure ora siamo sempre più ossessionati dal nostro cibo. In realtà, siamo ossessionati non tanto dal cibo, quanto dalla chimica, dalla paura di non assumere i nutrienti nella giusta misura. Mangerò abbastanza proteine? E le vitamine?

Anche questo è indice del nostro allontanamento dalla natura.

L’ossessione è uno dei principali squilibri della società attuale (correlato a milza, secondo la medicina tradizionale cinese), insieme alla paura (legata ai reni)… In medicina tradizionale cinese esiste un legame tra milza e reni…

Ritroviamo l’equilibrio, ritornando alla natura.

Vi riporto un breve estratto da “Il Cibo dell’Uomo“, di Franco Berrino.

Quale debba essere il cibo dell’Uomo ce lo dice la Bibbia, quando al secondo giorno della creazione Dio dice: “Vi do tutte le piante con i loro semi…così avrete il vostro cibo”.

Il Cibo dell’uomo

I popoli della Terra hanno sempre saputo, da quando gli dei hanno loro insegnato a coltivare i campi, che i cereali, con i legumi e occasionalmente altri semi, sono l’alimento dell’uomo.

Nelle Americhe ancora oggi i poveri mangiano tortillas e fagioli neri, in Nord Africa semola di grano (il cuscus) e ceci, in Africa nera il miglio e arachidi, in Oriente riso e soia, in Italia pasta e fagioli.

I cereali, purché mangiati nella loro integralità, associati ai legumi, a una certa quantità di semi oleosi, di verdure e occasionalmente a cibo animale, offrono una perfetta combinazione alimentare, con la giusta quantità di

  • carboidrati (che ci garantiscono una costante disponibilità di energia per la vita quotidiana),
  • proteine (complete di tutti gli aminoacidi indispensabili per il ricambio delle strutture cellulari),
  • grassi di buona qualità (che assicurano il funzionamento di complessi sistemi biofisici e biochimici che controllano l’equilibrio dell’organismo),
  • fibre indigeribili (che nutrono migliaia di miliardi di microbi  che convivono nel nostro intestino, contribuendo alla nostra nutrizione e alla nostra salute)
  • vitamine
  • sali minerali
  • un’infinità di altri fattori che da un lato sono indispensabili al corretto svolgimento di reazioni chimiche vitali e dall’altro ci proteggono da sostanze tossiche estranee o prodotte dal nostro spesso metabolismo.

L’alimentazione odierna in Occidente

Nei paesi occidentali ricchi, soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, lo stile alimentare si è progressivamente discostato da questo schema tradizionale dell’alimentazione dell’uomo, per privilegiare cibi che un tempo, dai più, erano mangiati solo eccezionalmente, come molti cibi animali (carni e latticini), o che non erano ancora conosciuti, come lo zucchero, le farine molto raffinate (come si riesce ad ottenere solo con le macchine moderne), gli oli raffinati (estratti chimicamente dai semi o dai frutti oleosi), o che addirittura non esistono in natura (come certi grassi che entrano nella composizione delle margarine, o come certi sostituti sintetici dei grassi che, non essendo assimilabili dall’intestino, consentirebbero, secondo la pubblicità, di continuare a mangiare schifezze senza paura di ingrassare).

Questo modo di mangiare, sempre più ricco di calorie, di zucchero, di grassi e di proteine animali, ma in realtà povero di alimenti naturalmente completi, ha contribuito grandemente allo sviluppo delle malattie tipiche dei paesi ricchi: l’obesità, la stitichezza, il diabete, l’ipertensione, l’osteoporosi, l’ipertrofia prostatica, l’ateriosclerosi, l’infarto del miocardio, le demenze senili, le malattie degenerative senili degli occhi, molti tumori (tra cui quelli più frequenti dell’intestino, della mammella, della prostata).

L’uomo, in realtà, ha sempre mangiato anche cibo animale, ma se si eccettuano alcuni popoli nomadi, o quelli che vivono in condizioni ambientali estreme per freddo o per altitudine, sono ben pochi gli esempi di alimentazione tradizionale con un’alta quota di cibo animale (*).

Anche il latte, che oggi in Occidente è alimento quotidiano, dai più era consumato solo occasionalmente, perché non poteva essere conservato ed era facile veicolo di infezioni. E’ stato solo dopo la scoperta della pastorizzazione, in pratica dopo la prima guerra mondiale, che ha cominciato ad essere distribuito nelle città. Ma molti popoli ancora oggi non bevono più latte dopo lo svezzamento.

Le principali conoscenze che la scienza medica ha potuto solidamente confermare, in decenni di ricerche cliniche ed epidemiologiche sul ruolo dell’alimentazione nella genesi delle malattie croniche che caratterizzano il mondo moderno, si possono riassumere in poche raccomandazioni preventive: più cereali integrali, più verdura e frutta, meno zuccheri e cereali raffinati, meno carni, latticini e grassi animali, meno sale e meno alimenti conservati sotto sale.

A partire dagli anni ’70, numerose ricerche epidemiologiche, che hanno coinvolto centinaia di migliaia di persone e studiato decine di migliaia di casi di tumore, hanno confermato, al di là di ogni ragionevole dubbio, che chi mangia più verdure si ammala meno di cancro rispetto a chi mangia poche verdure. Ciò vale per la maggior parte dei tumori, in particolare quelli dell’apparato digerente (cavo orale, faringe, esofago stomaco, intestino) e quelli dell’apparato respiratorio (laringe e polmoni).

Un’alimentazione ricca di verdure, quindi, può proteggere anche dai tumori dovuti al tabacco e all’inquinamento: un forte fumatore ha un rischio fino a venti volte di ammalarsi di cancro polmonare rispetto ad un non fumatore, ma mangiando quotidianamente verdure può dimezzare il suo rischio (che rimane però molto alto se non smette di fumare).

(*) Alcuni ritengono che quando eravamo ‘cacciatori-raccoglitori’, cioè fino a quasi 15.000 anni fa (un tempo brevissimo per l’evoluzione della nostra biologia) mangiassimo molta carne. In realtà, gli studi sui pochi raccoglitori-cacciatori attuali mostrano che l’80% del loro cibo è di provenienza vegetale (semi, radici, tuberi, erbe selvatiche, frutta). A chi oggi mangia abitualmente carne suggerisco di alternarne il consumo con alcuni giorni di digiuno, come erano spesso costretti a fare i cacciatori di allora. E a chi ha il gruppo sanguigno zero che, secondo una teoria tanto diffusa quanto non dimostrata, dovrebbe mangiare carne (perché i raccoglitori-cacciatori sarebbero stati di gruppo zero), suggerisco di mangiare tutta la carne che desiderano a condizione di andare a cacciarla con l’arco e con le frecce.

Liberamente tratto da “Il Cibo dell’uomo” di Franco Berrino

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