I Ching insiste continuamente sull’importanza di conoscere se stessi. Questo libro rappresenta una sola, lunga esortazione a esaminare con cura il proprio carattere, il proprio comportamento e le proprie motivazioni. Questo orientamento ha un forte richiamo su di me e mi ha indotto ad assumere l’impegno della prefazione.

Proprio come nell’interpretazione di un sogno bisogna attenersi scrupolosamente al testo del sogno, così nel consultare l’oracolo bisogna tenere a mente la forma in cui si è fatta la domanda. I quattro esagrammi (ottenuti come risposta da Jung, n.d.r.) sembrano avere un significato per quanto riguarda il contenuto intellettuale. Se un essere umano avesse dato queste risposte, io, come psichiatra, avrei dovuto dichiararlo sano di mente, almeno alla luce del materiale presentato. Non sarei stato in grado, infatti, di scoprire nulla di delirante, di idiota o schizofrenico nelle quattro risposte. Anzi, avrei dovuto congratularmi con questa ipotetica persona per la sua non comune capacità di intuire il mio inespresso stato di disagio.

Per chi desidera conoscere se stesso e per chi ama la saggezza – se mai questa esiste – sembra essere il libro giusto.

Carl Gustav Jung

Yi Cambiamento

L’I Ching, o – come si dovrebbe più correttamente ortografare – Yi Jing, è un moderno strumento d’investigazione delle cose della vita e lente d’ingrandimento posta sui nostri moti più segreti. Il Libro insiste continuamente sull’importanza di conoscere se stessi, scrive Jung, sebbene attraverso i millenni sia stato anche messo al servizio della superstizione.

Se preso in considerazione sotto l’aspetto della consultazione individuale è organizzato come un libro di strategie e di saggezza… e – se mi si consente – di “psicologia”.

Ci si avvicina ad esso per chiedere lumi su una situazione che ci riguarda, apparentemente per noi oscura, per la quale abbiamo bisogno di orientamento, la nostra inclinazione vera, il desiderio profondo, il nostro posto nel mondo, la relazione con l’Altro fuori e con lo straniero dentro di noi.

Ci consente di radiografare la situazione che ci pre-occupa, con personaggi e fatti, e ce ne fa cogliere aspetti interessanti che, a un primo esame cosciente, sfuggono.

Così come ci racconta delle situazioni esterne implicate dalla nostra domanda, allo stesso modo ci dice qualcosa di quel grande teatro interiore composto dai demoni che ci abitano.

Con le informazioni che fornisce siamo facilitati nell’orientarci per prendere le decisioni e adottare le strategie più armoniche con la nostra esistenza, non preconfezionate da altri ma che ci corrispondono interiormente in quel preciso momento del flusso della nostra vita.

E’ uno strumento, tra le altre sue funzioni, che si utilizza per meglio reperirsi nell’esistenza, un dispositivo che ci aiuta a conoscerci meglio, arrivare a vederci tali quali siamo, con le nostre forze e le nostre debolezze, i nostri talenti e le nostre lacune: cioè la cosa più difficile che esista.

COME CUCINARE… LA NOSTRA VITA?

Per avere una visione più precisa di un oggetto o di un momento è spesso sufficiente guardarli con un minimo di distacco, indietreggiando un poco.

Ma se si tratta di noi stessi diventiamo sia l’osservatore che l’osservato, e non è facile. Per questo motivo tendiamo sempre ad occuparci troppo degli altri, a compararci a loro, a criticarli o ammirarli, a sforzarci di scoprire cosa gli passa per la testa: in una parola tendiamo a proiettare sull’Altro ciò che noi non riusciamo a vedere dentro di noi.

Una delle funzioni principali del Libro dei Mutamenti è di scrutare in tale oscurità per aiutarci a meglio vedere nella nostra interiorità, lo straniero che ci abita, prima di vedere l’Altro fuori di noi.. Quando lanciamo le monete per la consultazione, non facciamo che attivare una precipua funzione che abitualmente tendiamo a ignorare, per il fatto che essa appartiene al nostro inconscio.

E’ tale parte inconscia (quella del consultante) che entra in relazione con il Libro dei Mutamenti per attivare un processo: un dialogo più lucido e più autentico con sé stessi (e Jung lo spiega molto bene nella prefazione all’edizione di Wilhelm – Astrolabio o Adelphi).

Perché questo processo abbia luogo è necessaria una partecipazione attiva del consultante, a cominciare dalla formulazione della domanda.

JUNG dice che I Ching è un ponte verso l’inconscio. Dunque se è collegato al nostro inconscio, I Ching risponderà sempre e solo in relazione a questa area più oscura (rispetto alla coscienza, all’Io) della nostra psiche.

Cara lettrice, caro lettore, se sei arrivata/o a leggere tutto il post fino qui, vuol dire che sei realmente coinvolta da questo Libro che “sogna per noi” come diceva Fellini che lo usava continuamente!

Puoi comprare il Libro, se non ne disponi e poi…

EDWARD HOPPER

IMPORTANZA DI FREQUENTARE UN CORSO BASE PER L’ APPRENDIMENTO DEL METODO DI CONSULTAZIONE  DEL “LIBRO DEI MUTAMENTI” E DI PARTECIPARE A GRUPPI DI CONDIVISIONE: PARLIAMONE!

CARL GUSTAV JUNG

In RICORDI SOGNI RIFLESSIONI  B.U.R. 1984, JUNG racconta di quando prese l’abitudine di sperimentare I Ching con i suoi pazienti. Gli era divenuto chiaro, infatti, che “un numero significativo di risposte colpiva nel segno”. Quindi aggiunge la descrizione di uno dei primi casi di utilizzo di I Ching durante il setting con i pazienti: “Ricordo, per esempio, il caso di un giovane con un grosso complesso materno. Voleva sposarsi, e aveva conosciuto una ragazza che gli pareva facesse al caso suo; ma si sentiva incerto, temendo che per l’influenza del suo complesso potesse trovarsi ancora una volta sottoposto ad una madre che lo dominasse. Feci con lui l’esperimento. Il testo dell’esagramma (cioè il risultato) così diceva: ‘La fanciulla è potente. Non si deve sposare una fanciulla simile’.”

di Andrea Biggio


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