Vi ricordate la pubblicità anni ‘80 in cui si incentivava la popolazione a consumare più zucchero (saccarosio)?
Si trattava di fatto di uno spot istituzionale (una specie di pubblicità “Progresso”) totalmente disinformato e disinformativo, oltre che rischioso per la salute umana!
Tale pubblicità becera era stata voluta per un crollo delle vendite di zucchero a causa degli allarmi relativi al suo consumo.
Ma veniamo al punto.
Il cervello ha bisogno di zucchero?
Ovvero di quella polverina bianca di saccarosio che nella pubblicità veniva addirittura aggiunta alla frutta… (come se la frutta non sia abbastanza dolce)?
No! Il cervello non ha bisogno di questa polvere bianca che invece, avendo alto carico glicemico, causa ipoglicemia reattiva e dunque sofferenza encefalica!
Per millenni l’essere umano non ha mangiato zucchero eppure non mi pare che fossero mancati geni come ad esempio Leonardo Da Vinci.
Oggi che invece si consuma zucchero (e anche tanto) a volte si fa fatica anche a fare 2+2…
Tale pubblicità, falsa e ingannevole, di fatto ha trasformato in modo osceno la fisiologia umana in un’operazione di marketing mendace.
Il cervello non ha bisogno di zucchero ma di glucosio, molecola che deve essere sempre mantenuta nel nostro sangue in un intervallo definito.
Questo glucosio dovrebbe provenire da fonti quali cereali integrali in Chicco, verdure, legumi, frutta (compresa la frutta oleosa). Ovvero cibi che consentono un lento assorbimento di tale molecola, in modo da non favorire “picchi” glicemici e conseguente ipoglicemia reattiva… condizione adoperata dall’industria per farvi aumentare la fame, mangiare di più e… per loro un vantaggio economico visto che si traduce in un aumento di vendite (della nostra salute poco importa del resto… il business viene prima).
Il glucosio è talmente importante nel nostro sangue (i neuroni si nutrono solo di glucosio) che in caso di scarso apporto attraverso il cibo (pensiamo ad esempio durante un periodo di digiuno, anche notturno) sarà il nostro fegato a fornirci il glucosio necessario alla sopravvivenza attraverso processi biochimici quali la glicogenolisi e la gluconeogenesi.
Il secondo processo è la sintesi di glucosio a partire da composti non glucidici quali ad esempio amminoacidi e glicerolo.
Questo è il classico caso in cui non è dalla pubblicità che possiamo apprendere come funziona il nostro corpo.
Lo scopo della pubblicità è vendere.
Non promuovere salute.
Anzi. Spesso è tutt’altro che salute!!
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