Questi animali sono tenuti rinchiusi e non lasciati pascolare: non mangiano quindi il loro cibo (erba). Vien dato da mangiare loro MAIS. E SOIA.
Un terzo della raccolta mondiale di CEREALI viene utilizzato per alimentare il bestiame industriale. Se i cereali fossero utilizzati per per il consumo umano potrebbe sfamare circa 3 miliardi di persone. E avremmo contribuito a placare il problema della FAME NEL MONDO, da una parte, e il problema di MALATTIE DEGENERATIVE dall’altro, causato da un consumo eccessivo di carne.
Insomma, il PARADOSSO è che c’è da un lato chi MUORE DI FAME e chi si ammala per ECCESSO DI CIBO.
Basterebbe quindi tornare ad un’alimentazione PREVALENTEMENTE vegetale: come accadeva un tempo quando la carne si mangiava circa 2 volte l’anno.
Cereali e legumi è oltretutto un cibo non adatto a questi animali. Ecco che si ammalano sia perché non mangiano il loro cibo, sia per le precarie condizioni igieniche degli allevamenti intensivi. La questione viene gestita con l’uso di antibiotici: circa metà degli antibiotici utilizzati nel mondo vengono viene indirizzata verso gli allevamenti intensivi. Riversandosi poi nel piatto di chi mangia carne, latte e derivati proveniente da tali allevamenti.
Per allevare bestiame e coltivare “mangime” per animali serve terreno: Ogni anno viene abbattuta un’area di FORESTA pari alla metà della Gran Bretagna. Circa il 30% della superficie della terra è impegnato nella produzione del cibo di origine animale.
Senza contare che gli allevamenti di bestiame contribuiscono a circa il 14.5% delle emissioni totali di GAS SERRA. Il che vuol dire un inquinamento MAGGIORE di tutti i mezzi di trasporto messi insieme (auto, aerei, treni).
E poi ci si lamenta che l’ARIA E’ INQUINATA!!! Magari tra una bistecca e l’altra…
E se cominciassimo a cambiare le nostre abitudini?
Il nostro futuro e quello della Terra dipendono da come produciamo e consumiamo cibo.
Ovvero, dalle nostre scelte quotidiane!
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Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Il Cibo della Salute di Silvia Petruzzelli.