
Spesso le indicazioni dei nutrizionisti (peggio ancora dei dietisti) sono quelle di utilizzare prodotti raffinati. E cercare di seguire una dieta senza nickel.
In realtà è quasi impossibile fare una dieta senza nichel. Oltretutto, seguendo le indicazioni a base di prodotti raffinati, il rischio sarebbe quello di peggiorare la condizione.
Generalmente le intolleranze dipendono da due fattori principali
1) che si mangia troppo dell’alimento a cui si diventa intolleranti e
2) che l’intestino è infiammato e lascia assorbire sostanze che sarebbe meglio non assorbire. E’ il caso ad esempio dell’intestino permeabile.
L’idea sarebbe quella di non focalizzarsi tanto sul sintomo (il nichel che in realtà è n moltissimi alimenti, per cui diventa veramente arduo) e seguire un approccio in grado di arrivare alla causa e curare il terreno, seguendo una dieta anti-infiammatoria. Quindi
- NO a carni, zucchero, e prodotti raffinati; e prodotti industriali in genere.
- Si a pesci pescati piccoli e grassi, creme di cereali integrali ben masticate (magari anche inspessite con kuzu), creme di verdure, con una grande varietà di cibi vegetali (chiaramente da agricoltura biologica), ciascuno in piccola quantità.
Personalmente ho trovato vincente questo approccio in tutti i casi in cui sono state seguite suddette indicazioni.
Si tratta sostanzialmente di curare il terreno: il nostro intestino.
Dal cui scompenso dipendono intolleranze, allergie… E dal cui equilibrio dipende la nostra salute.
Immagini prese dalla rete e RIMOVIBILI su semplice richiesta
Articolo riproducibile citando la fonte con link al testo originale pubblicato su Il Cibo della Salute di Silvia Petruzzelli.
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