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La vitamina D non è propriamente una vitamina, ma un ormone, prodotto dalla pelle.  Aiuta l’organismo ad assorbire calcio e fosforo per fortificare ossa e denti. Ma la sua funzione non si limita qui…

Conseguenze di deficit di vitamina D

Un apporto adeguato di vitamina D può essere correlata ad

  • una riduzione di cadute (il rischio di cadute però aumenta se si eccede con l’integrazione, come si vede piùa vanti con il rischio di megadosi);
  • minore insorgenza di tumori: la vitamina D inibisce la crescita e proliferazione di cellule tumorali, comprese quelle del tumore al seno, ovaie, colon, prostata e cervello. In particolare per quanto riguarda il tumore al colon retto;
  • miglioramento della pressione sanguigna;
  • protezione da sclerosi multipla. Generalmente questa malattia ha un’incidenza maggiore nei paesi più lontani dall’equatore. Uno studio ha evidenziato a livelli ematici maggiori di vitamina D corrisponde una riduzione (anche del 60%) del rischio di sviluppare sclerosi multipla.
  • Riduzione della sintomatologia nella gestione della fibromialgia. Circa il  40% dei soggetti affetti da fibromialgia presentano carenza di vitamina D. Più studi hanno dimostrato una correlazione tra livelli bassi di  vitamina D e dolore cronico, depressione e ansia nei pazienti affetti da fibromialgia (il primo studio è stato condotto da Arnold).

Deficit di vitamina D può essere associata a

  • fibrosi cistica
  • epatopatia
  • malattia celiaca
  • malattia renale

Studi epidemiologici hanno mostrato che le frequenze di incidenza e di morte per alcuni tumori erano minori tra gli individui che vivono nelle latitudini meridionali, dove i livelli di esposizione al sole sono relativamente alti rispetto a quelli che vivono alle latitudini settentrionali. Poiché l’esposizione alla luce ultravioletta solare porta alla produzione di vitamina D, i ricercatori hanno ipotizzato che la variazione dei livelli di vitamina D potrebbe rappresentare questa associazione.

Evidenze sperimentali hanno anche suggerito una possibile associazione tra la vitamina D e il rischio di cancro. Negli studi sulle cellule tumorali e sui tumori nei topi, si è visto che la vitamina D potrebbe rallentare o impedire lo sviluppo del cancro, diminuire la crescita delle cellule tumorali, stimolare la morte cellulare (apoptosi) e ridurre l’angiogenesi (quindi ridurre la formazione di vasi sanguigni che alimentano il tumore) (1, 2, 3, 4)

  1. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18412986
  2. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17721433
  3. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29374749
  4. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1470481/
La carenza di Vitamina D può essere correlata anche a problematiche autoimmuni  e problematiche alla tiroide.

Valori Ottimali Vitamina D ematica

Il metodo più accurato per valutare lo stato della vitamina D di una persona è quello di misurare il livello di 25-idrossivitamina D nel sangue.

Valori normali sono compresi tra i 30ng/ml e 100ng/ml di 25-OH vitamina D.
Si considerano valori ottimali quelli compresi tra 60ng/ml e 80ng/ml.

Fonti di Vitamina D

Vi sono due forme principali di vitamina D: la vitamina D2, l’ergocalciferolo e la vitamina D3 o il colecalciferolo.

La vitamina D2 è prodotta naturalmente dalle piante e la vitamina D3 viene prodotta dal nostro corpo quando la pelle è esposta alla luce del sole.

La fonte principale è dunque il sole: viene sintetizzata quando la radiazione ultravioletta B  (quando il sole è allo Zenti) colpisce la molecola di 7-deidrocolesterolo a livello della cute (senza filtri solari).

Entrambe le forme sono convertite in 25-idrossivitamina D nel fegato. La 25-Idrossivitamina D poi arriva ai reni, dove viene ulteriormente modificata in 1,25-diidrossivitamina D, o calcitriolo, la forma attiva di vitamina D nel corpo.

Poiché la vitamina D2 è efficace nella misura del 30% rispetto alla vitamina D3, sarebbe necessario somministrare 3 volte di più di vitamina D2 per mantenere livelli sufficienti. Per cui, le fonti migliori di Vitamina D sono quelle di origine animale(a cominciare dal pesce grasso).

Attenzione anche alla dieta: un eccesso di calcio nella dieta (per esempio attraverso l’assunzione di latte e derivati) potrebbe bloccare la conversione della vitamina in forma attiva.

Le fonti dietetiche includono alcuni alimenti che contengono naturalmente vitamina D, come il pesce grasso, l’olio di fegato di pesce e le uova.

Può anche essere ottenuta tramite integratori alimentari. Questo va valutato, oltretutto, in considerazione del fatto che  a certe latitudini i raggi ultravioletti sono insufficienti per produrre vitamina D. E le persone che lavorano al chiuso non hanno la possibilità di esporsi al sole.

Vi sono integratori ottenuti da olio di fegato di merluzzo che contengono anche alti livelli di vitamina A performata (ovvero retinolo)

La vitamina A (pur essa essenziale, come tutte le vitamine ed i sali minerali) è importante per il funzionamento della vitamina D e per l’assorbimento del calcio. Infatti,  è in grado di attivare il suo recettore nucleare RXR che dimerizza, a livello del nucleo, con il recettore nucleare della vitamina D VDR (attivato a sua volta dal metabolita attivo della vitamina D, ovvero il calcitriolo). Questo permetterà di modulare l’espressione genica delle proteine  (ad esempio calbindina) implicate nell’assorbimento del calcio e del fosforo. E nella altre funzioni della vitamina D.

La vitamina A, in ECCESSO,  potrebbe opporsi alla vitamina D, con il rischio di indebolire le ossa e aumentare il rischio di insorgenza di tumore.

Ricordiamo che un eccesso di vitamina A può comportare un rischio di tossicità (è uno dei rischi delle vitamine liposolubili)  è anche teratogena, ovvero,  può comportare malformazioni strutturali al feto durante la gravidanza.

La  carenza di Vitamina D può causare un indebolimento delle ossa (rachitismo nei bambini e osteomalacia negli adulti).

La regola dell’ombra

Se la tua ombra è più lunga della tua altezza si forma poco o niente vitamina D.

Livelli di Assunzione

Non vi sono rischi derivanti da eccessi di vitamina D dal sole. Il rischio potrebbe derivare dall’assunzione di integratori. Secondo il National Accademy of Medicine,  è considerato sicuro un apporto quotidiano fino a 4.000 UI (UI=Unità Internazionali).

La vitamina D andrebbe assunta GIORNALMENTE. Preferibilmente in gocce.

Quante gocce? Questo dipende da integratore ad integratore. Ci sono integratori nei quali 1 goccia = 2.000UI. Altri che per raggiungere le 2.000UI necessitano di più gocce.

Da assumere durante o a fine pasti.

La forma di vitamina D assunta attraverso gli integratori (colecalciferolo) ha una emivita di 24 ore.

Le mega dosi  che vengono fornite settimanalmente (o addirittura mensilmente)  fanno aumentare subito il livello nel sangue, ma non rendono disponibile la vitamina D quotidianamente laddove ci serve maggiormente (nei tessuti).

Come scegliere un integratore

Il principio attivo è il COLECALCIFEROLO.  Bene che siano presenti  olio evo oppure MCT (trigliceridi a catena media, ad esempio quelli contenuti in olio di cocco).

E la vitamina k2?

La vitamina D favorisce l’assorbimento del calcio nel sangue, vitamina k2 favorisce l’assorbimento del calcio nelle ossa.

In un intestino sano, comunque, la vitamina K2 viene prodotta a livello della nostra flora intestinale, a partire dalla vitamina k1 (che troviamo ad esempio nelle foglie verdi). Questo in una condizione di eubiosi intestinale. In caso di condizione di eubiosi e di assunzione nei limiti raccomandati (SIOMMMS considera sicura una assunzione inferiore alle 4.000UI giornaliere), non sarebbe necessario integrare con la K2.

Se si integra anche la K2 (100 mcg/die), sarebbe preferibile asssumerla a distanza di almeno 6 ore dalla Vitamina D3, perché si potrebbero saturare i trasportatori comuni (riducendono dunque l’assorbimento).

Evitare le “megadosi”: è rischioso per la salute!

Purtroppo, al momento attuale, vi è scarsa informazione sia sull’importanza della vitamina D, sia sui livelli di assunzione (nonostante i numerosi articoli presenti in letteratura).

Purtroppo molti medici sono soliti prescrivere dosi molto alte (MEGADOSI) in soluzioni uniche settimanali, mensili… addirittura annuali. Queste megadosi, oltre ad essere inefficaci (abbiamo visto che la forma di vitamina D assunta attraverso gli integratori ha un’emivita di 24 ore), possono essere anche rischiose.

Secondo le linee guida SIOMMMS ( Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), la dose massima giornaliera oltre cui si ritiene elevato il rischio di intossicazione è stata identificata in 4.000 UI (40 UI equivalgono a 1 microgrammo).

Vediamo alcuni riferimenti bibliografici dei rischi da megadosi:

Vitasyg - Kit Integratore di Vitamina D3 + K2

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