Grani Antichi e Pasta Madre
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Per molti, libertà è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.
(Gustave Le Bon)

Quella dello zucchero è una delle principali dipendenze del nostro secolo.
Pensiamo di essere liberi. In realtà siamo schiavi di un prodotto di laboratorio che fa leva sui nostri sbalzi glicemici per indurci a mangiare sempre più prodotti industriali.

Come possiamo essere liberi se non riusciamo ad essere padroni di noi stessi? Dei nostri pensieri (spesso condizionati) o delle nostre azioni?!?

Il dolce è uno dei sapori a cui siamo più inclini. Sin dai primi mesi di vita è per noi simbolo di nutrimento, sia fisico sia affettivo.

Questa attrazione al sapore dolce è fisiologica, visto che i carboidrati sono la nostra principale fonte di energia, in particolare per il nostro cervello che si nutre di glucosio.

È un sapore alla base della nostra sopravvivenza: ma è bene saperlo scegliere.
La questione è che oggigiorno facciamo fatica a riconosce il sapore dolce che ci nutre da quello che il nutrimento ce lo toglie.

Cosa fare allora? Abituarsi a sapori meno dolci. Per arrivare gradualmente a sostituire il dolce dello zucchero (sapore tossico) con quello di zuccheri semplici quali frutta. Per traguardare al sapore dolce del cereale integrale (ad esempio il miglio) ben masticato (avete mai provato?).

Possiamo attuare varie strategie. Vediamone alcune

  1. Leggere sempre gli ingredienti. Se c’è scritto saccarosio, glucosio, destrosio (xxx-osio) non compriamo
  2. Cominciamo a sostituire lo zucchero bianco con quello integrale. Questo non vuol dire semplicemente scegliere zucchero di canna. Ma anche assicurarci che questo zucchero non sia raffinato. E lo zucchero di canna grezzo lo è. Generalmente quello integrale lo troviamo del commercio solidale (cosa molto importante quando scegliamo prodotti tropicali)
  3. Abituiamoci a sapori meno dolci. Questo non vuol dire mangiare la cioccolata perché è amara. Se la mangiamo, eventualmente possiamo essere consapevoli del fatto che lo facciamo perché ci piace. Ma non perché ci possa aiutare a sciogliere questa dipendenza.
    Anzi!!! Potrà indurre un ulteriore squilibrio sulla nostra milza (l’organo energetico più provato dal sapore dolce e che gestisce le nostre voglie)
  4. Cerchiamo di mantenere un equilibrio energetico del sistema funzionale stomaco-milza (sistema che corrisponde all’energia della Terra). Questo riprende in parte il punto precedente.
    Pensiamo alla terra: ha bisogno di acqua (e quindi di umidità), purché questa umidità non diventi eccessiva. Diversamente il terreno diventa un pantano e si crea stagnazione. È esattamente ciò che avviene a noi quando c’è un eccesso di umidità.
    Facciamo quindi attenzione anche ai cibi che creano umidità: dai cibi molto freddi (ad esempio il gelato o anche mangiare molto cibo crudo), con sapori molto dolci (oppure un eccesso di sapore dolce anche in quantità), alle farine cotte al forno (specie se queste farine sono raffinate e provenienti da grani moderni). Consideriamo che anche il latte e i suoi derivati possono contribuire a questo ristagno.
  5. Ricordiamo di masticare sempre accuratamente ciò che mangiamo (ma anche ciò che beviamo): oltre ad aiutarci nel processo digestivo, sarà utile per placare quell’ansia che spesso si accompagna al desiderio di sapore dolce. Ci darà un senso di pace, donandoci il contatto con noi stessi.
    E potrà essere utile anche per chi vuole dimagrire, aiutandoci a mangiare meno.

Buon percorso di libertà


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