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La macrobiotica prepara alla felicità.

E’ così che comincia il capitolo del libro “Il Cibo dell’uomo” di Franco Berrino, dedicato alla macrobiotica.

Ma cos’è la macrobiotica? Spesso fraintesa e giudicata senza conoscerne gli insegnamenti. Eppure, tutti i popoli del mondo l’hanno da sempre seguita. Quando d’estate cerchiamo cibi rinfrescanti per contrastare il caldo esterno, stiamo seguendo la macrobiotica, ovvero l’equilibrio Yin/Yang, caldo/freddo. E quando cerchiamo una bella zuppa calda per riscaldarci: anche qui il nostro corpo ci sta guidando verso la macrobiotica.

L’equilibrio

Anche i detti ci parlano di ricerca di equilibrio: “Il contadino non deve sapere quant’è buono il formaggio con le pere”.  Il contadino lo sa che unendo un cibo un po’ più yang come il formaggio con uno più yin come le pere (più yin delle mele!) sta creando una forma di equilibrio. E, di fatto, anche in cucina, se prepariamo cibo equilibrato, questo diventa più buono. Analogamente accade per i cibi piuttosto yin: se vengono yanghizzati (attraverso sale, fuoco, pressione) acquistano più sapore. E’ il caso ad esempio, dei pomodori: sono piuttosto yin, rinfrescanti (ecco perché la natura ce li ha messi a disposizione in estate e non in inverno!) e se li saliamo (usando il sale marino integrale) e li pressiamo (è sufficiente farlo con le mani) in maniera tale da far uscire l’eccesso di Yin (liquido), acquisteranno un sapore diverso, più strutturato. E’ questa una delle alchimie che possiamo fare in cucina utilizzando uno strumento meraviglioso come la macrobiotica (ovvero il nostro istinto primordiale).

“La dieta mediterranea e la filosofia macrobiotica sono coerenti con la raccomandazione centrale per la prevenzione del cancro secondo il WCRF: basare l’alimentazione quotidiana prevalentemente su prodotti vegetale, con un’ampia varietà di cereali integrali, legumi, verdure e frutta.”

La dieta mediterranea: anche questa spesso dimenticata. Cosa è più vicino alla vera accezione di dieta mediterranea: un panino (magari con farine raffinate) con mozzarella (molto probabilmente prodotto con latte da allevamenti intensivi) e pomodoro (spesso fuori stagione o proveniente da luoghi lontani), oppure una zuppa di farro con fagioli, della dieta povera contadina, quando si mangiava esclusivamente cibo vero, di stagione, del territorio?

Ed ecco che il WCRF (Fondo mondiale per la Ricerca sul Cancro) prima e il Codice Europeo contro il cancro dopo ci ricordano che dieta mediterranea e macrobiotica sono un’ottima via per la prevenzione e per la salute.

Consapevolezza, responsabilità, libertà, felicità

“La pratica ci aiuta a diventare responsabili della salute, della felicità, consapevoli che siamo causa delle nostre malattie.” (Franco Berrino)

Se conosciamo gli effetti del cibo sul nostro corpo (e la macrobiotica ci aiuta a farlo!) e ci assumiamo la responsabilità della nostra salute, possiamo imparare a conoscere la salute e a conservarla (esattamente come ci suggerisce Ippocrate!). E se siamo in salute siamo felici.

La felicità: è un punto molto importante. Se siamo tristi o se le scelte che stiamo facendo le vediamo come imposizioni o regole ferree da seguire. Se il nostro approccio diventa rigido e se, quando usciamo dalla via, proviamo frustrazione, sensi di colpa, allora non stiamo facendo macrobiotica.

“Il ritorno è la mia legge”: in macrobiotica vuol dire che possiamo mangiare di tutto, ma dobbiamo conservare il riflesso di tornare al centro.

E, se stiamo male, sarà sufficiente eliminare ciò che potrebbe peggiorare la nostra condizione. “La domanda giusta non è ‘cosa devo mangiare per stare meglio?’, ma ‘cosa sarebbe meglio non mangiare?'”.

Seguiamo le raccomandazioni per uno stile di vita sano. Ci aiuteranno a ritrovare l’equilibrio. Ma questo non vuol dire rinuncia.

Di fatto, se ci siamo disintossicati da certi cibi, quando mangeremo zucchero o farina00 sentiremo subito gli effetti (non piacevoli): sarà questo a guidarci verso la via dell’equilibrio. Primo non nuocere: è il principio universale che ci insegna a volerci bene, cercando di non farci del male (del resto, perché essere masochisti ed arrecarsi danno?).

Ma è necessario che questa sia una nostra scelta, consapevole, serena, libera.

La macrobiotica ci insegna infatti che possiamo mangiare di tutto, in modo consapevole. Quando sento affermazioni del tipo “in macrobiotica non si mangiano i pomodori, o l’aglio, ecc” rimango basita. Stiamo dando un messaggio non corretto. Certo, i pomodori non fanno parte dell’alimentazione quotidiana. Ma la macrobiotica non vieta nulla: ci indica solo la via, poi sta a noi seguirla, autoregolarci, in base alla nostra condizione e alla stagione. E’ chiaro che se c’è una patologia in atto, il discorso è diverso. Ma, anche qui è comunque una nostra scelta… consapevole e responsabile.

Impariamo ad essere flessibili (prendiamo esempio dalla natura, con la sua capacità di adattarsi), commiserevoli anche con noi stessi. Un eccesso di Yang potrebbe portarci a diventare ipercritici, polemici. Potrebbe allontanarci dalla felicità. Diamo allora più dolcezza al nostro corpo e alla nostra mente.

L’eccesso di rigore, il diventare intransigenti indica una condizione piuttosto Yang (in genere questa condizione la possiamo riconoscere anche dal colorito del volto, che diventa giallo). Si rischia che possa diventare una forma di ossessione (squilibrio legato alla Milza) o perdita di flessibilità (squilibrio legato al Fegato). Ciò  significa che non stiamo facendo macrobiotica (ovvero ci siamo allontanati dalla via dell’equilibrio). Non è questa la via per la felicità!

 

Il Cibo dell'Uomo
La via della salute tra conoscenza scientifica e antiche saggezze – Nuova Edizione Aggiornata


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